domenica 13 marzo 2016

Dorothy Moore: Misty Blue


Nel 1966 il compositore Bob Montgomery aveva pronto un pezzo per la cantante Brenda Lee ma, non senza un leggero disappunto da parte dell'autore, la cantante rifiutò il pezzo che finì per essere inciso dalla voce country di Wilma Burgess.
A conferma del fatto che il brano aveva un potenziale trasversale accadde che, dopo circa un mese, una versione di Eddy Arnold entrò sia nelle classifiche Country & Western che in quelle Pop. Passano sei anni e Joe Simon ne propone una versione R & B e Dorothy Moore, nel 1973, ne incide presso la casa di produzione Malaco la sua interpretazione soul blues al femminile che, sfortunamente, rimane negli archivi senza che nessuna etichetta ne acquisti i diritti.
Passano altri due anni e la Malaco, che non se la passava tanto bene, decide di investire le ultime risorse finanziarie per stampare in proprio il disco con la nuova etichetta Malaco Records. E qui entra in gioco l'onnipresente Henry Stone che lancia e promuove il brano in tutti gli States. E' così che, a tre anni dalla sua registrazione, Misty Blue esplode prima negli USA con il secondo posto nella classifica R & B e il terzo assoluto nella top 100 di Billboard e poi inizia a scalare le classifiche di mezzo mondo: Inghilterra, Canada, Brasile, Sud Africa e Germania grazie anche alla grossa fetta di acquirenti che proveniva dalle basi Nato tedesche il cui personale di colore ha spesso contribuito ai buoni risultati di vendita e alla diffusione della black music in Europa, 
La Moore, originaria di Jackson nello stato del Mississipi, realizza una versione calda, sensuale con atmosfere tra soul, blues e gospel di grande raffinatezza, in grado di catturare ogni tipo di ascoltatore, dal meno esigente al più smaliziato conoscitore della black music.
Come per altri titoli della serie, anche stavolta in Italia il successo è relativo. Oramai il logo Soul Explosion era indissolubilmente legato alla musica da ballo e trovarsi di fronte a un lentaccio da mattonella finiva per tradire le aspettative di chi chiedeva al gestore dei negozi di dischi di poter ascoltare le novità della serie da poter ballare alla prossima festa. Oggi si calcola che esistano più di 200 versioni di questo pezzo ma la Misty Blue di Dorothy resta la più famosa e la più intensa, tant'è che, nonostante i venti album incisi, resterà per lei il più grande successo dell'artista, nonché una vera perla della serie Soul Explosion.

Lato A: Misty Blue
Autore: Bob Montgomery
Lato B: Here It Is
Autore: King Floyd III
Interprete: Dorothy Moore
Nr. Cat. RCA XB 01012
Data di uscita italiana: 1976

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sabato 12 marzo 2016

Eddie Drennon & B.B.S. Unlimited: Let's Do the Latin Hustle


Edward Allen Drennen, meglio noto come Eddie Drennon, nasce nello stato del New Jersey nel 1940 e poco meno che ventenne si rivela un ottimo violinista che perfezionerà i suoi studi musicali alla Howard University di Washington. La passione per la musica latina lo porta a lavorare nella città dei suoi studi per le orchestre di Pupi Legarreta e Lou Perez. E fu proprio Perez, grande flautista e pioniere della Charanga, a consigliargli di stabilirsi a New York a metà degli anni 60, dove il mercato musicale era molto più florido. Drennon finì per lavorare con un maestro del blues e rhythm and blues il chitarrista Bo Diddley e altri grandi della musica nera come Ike e Tina Turner. La miscela di latin sound e black music era ormai il carburante della della crescita professionale di Eddie e nel 1975 arriva la grande occasione quando il produttore e proprietario dell'etichetta Friends & Co., Joe Bana, offre l'opportunità a Eddie di pubblicare il suo primo singolo. 
La disco si stava affermando, Van McCoy stava facendo ballare l'Hustle a mezzo mondo e Eddie Drennon lanciò il suo brano dedicato a questa danza, Let's Do the Latin Hustle, che divenne un immediato successo, e non solo nelle discoteche. Entra nella top 40 della classifica R & B di Billboard, nella top 5 della classifica dance, e sorprendentemete, a marzo del 1976, nella top 20 delle vendite in Inghilterra.
Il brano è un perfetto esempio di disco orchestrale, con riff si archi, flauto e cori al punto giusto, il tutto sostenuto da basso e percussioni in evidenza. 
In Italia le cose andarono meno bene, nonostante il tentativo dei discografici di seguire l'onda delle sexy copertine. Il sound latin-funk della band, molto "nuyorican", si rivelò di minor presa tra il pubblico nostrano, ancora non pronto per tutte le derivazioni e sfumature della disco (lo sarebbe stato di lì a un anno con l'uscita del film La Febbre del Sabato Sera), mentre ebbe un discreto riscontro radiofonico. 

Lato A: Let's Do the Latin Hustle
Lato B: Get Down Do the Latin Hustle
Autore: Eddie Drennon
Nr. Cat. RCA TPBO 7021
Data di uscita italiana: 1976

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venerdì 11 marzo 2016

George & Gwen McCrae: Let's Dance, Dance, Dance


Questioni di famiglia. George e Gwen McCrae, marito e moglie dal 1963, dopo solo una settimana di fidanzamento, sono state due stelle dell'universo soul del produttore Henry Stone. Nel 1975, quando entrambi i partners erano all'apice della popolarità, era quasi una scelta obbligata lanciare un album che li vedesse protagonisti insieme e, non a caso, intitolato Together. 
Il brano pilota dell'album per il mercato italiano, Let's Dance, Dance, Dance, è un uptempo in pieno stile Miami Soul con in più tutti gli elementi tipici della disco, dagli archi ai fraseggi di flauto e un gioco di voci a due sin troppo telefonato.
Il tutto, a ben vedere, pecca di originalità e, alla fine sia il singolo che l'album si rivelano un flop che genera quasi uno stop alle carriere dei due. Il singolo ricorda a volte la più famosa Shame, Shame, Shame e cita testualmente la celebre That's the Way (I like It) e finisce presto nel dimenticatoio. La produzione di Clarence Reid, non ha stavolta l'usuale appeal del Miami Sound di quegli anni e rende sin troppo evidente che siamo di fronte più ad un'operazione di mercato che a un prodotto onestamente vitale e divertente come gli altri brani che i due artisti hanno inciso singolarmente. Le classifiche restano quasi un miraggio, l'album ha molte più tracce romantiche che finiscono per deludere i fan della disco che si aspettavano dalla coppia una sinergia che non c'è stata. E non solo, di lì a qualche mese anche il matrimonio tra i due finirà a carte e quarantotto...

Lato A: Let's Dance, Dance, Dance
Autori: George McCrae, Gwen McCrae, Juan Ramon Martinez, Steve Alaimo
Lato B: I'll Do the Rockin'
Autore: Clarence Reid
Nr. cat. RCA TPBO 7018
Data di uscita italiana: 1976

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venerdì 4 marzo 2016

The Brothers: Voce Abousou


Verso la fine del 1976 arriva il secondo album dei Brothers intitolato Don’t Stop Now il cui traino è il secondo singolo della band uscito per la serie Soul Explosion, dopo il primo exploit in pieno stile disco di Are You Ready for This
La scelta cade, in maniera originale e sorprendente, su un arrangiamento disco-soul di uno dei classici della musica brasiliana, Voce Abousou, scritto e interpretato nel 1971 da Antonio Carlos & Jocafi e ripreso da tutti i numeri uno della musica latina, da Celia Cruz a Sergio Mendes, da Daniela Mercury, da Toquinho a Vinicius De Moraes e l’elenco potrebbe andare avanti a lungo. Il brano è forse il meno "disco" di tutto l'album, certamente lo è meno del lato B Brothers Theme che in alcuni paesi avrà vita propria come singolo e discomix.
Come per il primo album, anche qui dietro la band ci sono i nomi del produttore Warren Schatz e il direttore d’orchestra e pianista Bhen Lanzaroni e fior di professionisti, session men di lusso di provenienza jazz e blues quali il chitarrista Bob Rose, il percussionista Carlos Martin, il vibrafonista George Devens, i batteristi jimmy Young e Roy Markovitz, i chitarristi Scott Fagan e Richard "Dick" Frank, il bassista Smart Woods. Senza troppo clamore, anche vergognandosi un po', molti jazzmen e bluesmen divennero alla fine degli Anni 70 degli stakanovisti degli studi di registrazione, partecipando a moplte incisioni destinate a scalare rapidamente le classifiche dance e di vendita, alternando i loro impegni nei club fumosi dove venivano ingaggiati per pochi dollari, ma dove potevano suonare la loro musica in  pubblico senza paura delle critiche. The Brothers, anche nel nome, volevano essere una risposta newyorkese ai M.F.S.B. ovvero i Mother, Father, Sisters and Brothers di Filadelfia, band orchestrale il cui hit più famoso è stato T.S.O.P. (The Sound of Philadelphia) ma. nonostante la qualità del loro sound, i "Fratelli" non raggiunsero mai la notorietà dei colleghi dell'East Coast e Voce Abousou non ebbe seguito, diventando di fatto l'ultimo singolo della band.

Lato A: Voce Abousou (Vo-Say Ah-Bu-So)
Autori: Antonio Carlos & Jocafi
Lato B: Brothers Theme
Autori: Bhen Lanzaroni e Warren Schatz
Interpreti: The Brothers
Nr. Cat. RCA PB 106131
Data di uscita italiana: 1976

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giovedì 3 marzo 2016

Jimmy "Bo" Horne: It's Your Sweet Love


Bissare il successo della realmente esplosiva Gimme Some non era cosa facile e, difatti, il secondo singolo di Jimmy "Bo" Horne pubblicato in Italia non raggiunge le vendite del precedente. Il brano, scritto anche questo dalla premiata ditta Casey & Finch, è un buon uptempo, con echi caraibici e di rhythm & blues, musicalmente anche più ricco di Gimme Some e, forse proprio per questo, meno orecchiabile. Il singolo ha una storia controversa, esce come lato A solo per il mercato europeo e in pochi paesi (Italia, Inghilterra, Francia, Spagna) e nelle discografie Usa non è pertanto presente, mentre finisce come lato B in altri due singoli successivi dell'artista (Get Happy, del quale riparleremo...e Dance Across the Floor). 
In Italia resta lontano dalle classifiche, nelle discoteche nostrane viene quasi ignorato e cannibalizzato dall'enorme e duraturo successo del singolo precedente.
Eppure It's Your Sweet Love è un brano con forte personalità, mostra le qualità dell'interprete della Florida, che si conferma un artista di razza e non solo una meteora da discoteca. "Bo" Horne negli anni sfornerà brani memorabili per il dancefloor (vi dicono nulla Spank e Is It In?) e questo, sottovalutato, singolo diverrà anche la base, nel 1989, di un brano hip hop di grande successo quale Ya Bad Chubbs di Chubb Rock.

Lato A: It's Your Sweet Love
Autori: Harry Wayne Casey, Richard Finch
Lato B: Don't Worry About It
Autori: Clarence Reid, Harry Wayne Casey, Jimmy "Bo" Horne
Nr. Cat. RCA XB 02137
Data di uscita italiana: 1976

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