domenica 16 ottobre 2016

J.B.'s Wedge: Bessie


Nel 1977 esce Mutha's Nature, il quarantottesimo album in studio di James Brown per l'etichetta Polydor. Cosa c'entra con questo blog? C'entra, c'entra..L'ultima traccia del lato A dell'album è Bessie, ovvero la versione vocale originale di questo 45 giri pubblicato in Italia nella serie Soul Explosion ed interpretato dalla band che allora accompagnava il Padrino del Soul, Mr. Sex Machine, il Ministro del Funk o comunque vogliamo chiamare il grandissimo James Brown.
Bessie è un brano tiratissimo, il più funk di tutta la serie Soul Explosion, ritmica frenetica, basso pulsante e fiati superlativi. Anche la parte vocale, qui ridotta ai cori della band, è funk puro che si sublima nella parte 2, totalmente strumentale.
In quegli anni James Brown e i suoi collaboratori, pur continuando a percorrere i sentieri aspri del funk, avevano cominciato a concedere qualcosa alle atmosfere disco a livello di sonorità e Bessie è uno dei migliori esempi di questa contaminazione. Non è certo un brano da classifica, e infatti ne rimase lontano, ma riusciva a trovare il suo spazio nel dancefloor per mano di quei deejay dall'anima più radicale, quelli che non potevano fare a meno nel corso della serata di rendere omaggio al black sound più puro.
Negli USA il brano uscì su etichetta Brownstone, legata alla T.K. di Henry Stone, alla quale approderà anche lo stesso James Brown nel 1980 per registrare l'album Soul Syndrome.
Gli autori di Bessie sono tutti, o sono stati, componenti dei fantastici J.B.'s, la band ufficiale di James Brown e tra questi spicca il sassofonista Maceo Parker, un monumento del funk soul in compagnia del bassista Charles Sherrell, il drummer e percussionista Johnny Griggs e il sax tenore di St. Claire Pickney
In Italia il brano va maluccio, le vendite sono scarse e i passaggi radiofonici sparuti. Bessie resta un pezzo, come si diceva una volta, "da intenditori" e questo ne fa una piccola perla a 45 giri di questa serie.


Lato A: Bessie
Lato B. Bessie (part 2)
Interpreti: J.B.'s Wedge
Autori: Charles Sherrell, Johnny Griggs, Maceo Parker, St. Claire Pickney
Nr. Cat. RCA Victor XB 2138
Data di uscita italiana: 1977

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sabato 8 ottobre 2016

Big Baboon Band: Baboo Baboon


Nel 1976, in pieno rilancio dell'immaginario scimmiesco dovuto al remake del film King Kong prodotto da Dino De Laurentiis, esce questo singolo dedicato al mercato europeo (e italiano in particolare con il lavoro dietro le quinte del maestro Pinuccio Pirazzoli) che si rivela un inedito e paradossalmente accattivante esempio di eurodisco, con spruzzate funk e latin grazie al gruppo di musicisti capitanato dal chitarrista jazz Vincent Corrao, affiancato da El Bandins (dietro il cui nome si potrebbe nascondere il batterista Ellade Bandini), le percussioni di Bettino Padello, il sax soprano di Celso Bachi e la tromba di Concetta Gaddo.
Tra versi gutturali, un handclapping ipnotico e un riff di fiati in puro stile rhythm and blues quello che ne viene fuori è un brano kitsch quanto vogliamo, ma che all'epoca era in grado di riempire le piste da ballo. La qualità dei musicisti è pregevole, oramai non era più un tabù per molti jazzisti buttarsi nella discomusic, magari con band destinate a rimanere chiuse negli studi senza mai metterci la faccia con esibizioni live.
Tant'è che il nome di questa fantomatica band rimarrà di proprietà della produzione e qualche mese dopo, con un ensemble quasi totalmente diverso, e anche con un risultato molto inferiore, uscirà un altro singolo del quale tratteremo a tempo debito.
Baboo Baboon ottiene anche un discreto successo radiofonico, la strategia di farlo passare per qualcosa di veramente esotico funzionò quanto bastava per attirare l'attenzione dei disc jockey, e il marchio Soul Explosion diede certamente il suo contributo all'operazione.
Col passare del tempo questo pezzo viene riscoperto periodicamente, a volte inserito in compilation di ispirazione "afro" altre come titolo appartenente alla italodisco, sta di fatto che il babbuino in discoteca fa ancora la sua figura...

Lato A: Baboo Baboon
Autori: El Bandins, Vincent Corrao
Lato B: A Chance for My Baby
Autore: Vincent Corrao
Interpreti: Big Baboon Band
Nr. Cat. RCA TPBO 7027
Data di uscita italiana: 1976

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sabato 10 settembre 2016

T-Connection: Disco Magic


Non è questa la prima volta che una band delle Isole Bahamas riempie le piste da ballo, il precedente c'era stato con i Beginning of the End e la loro Funky Nassau, brano di culto ancora oggi. I T-Connection rappresentano a ben vedere l'evoluzione disco del funky sound dei loro predecessori. Nel 1975 alla ricerca di un'affermazione nel circuiti musicali degli Usa si trasferiscono a Miami dove ottengono un contratto dell'etichetta Dash,sussidiaria della T.K. L'album Magic arriva alla fine del 1976 e il primo singolo Disco Magic raggiunge la sedicesima posizione delle classifiche dance americane. In Italia uscirà, senza tanto clamore, agli inizi del 1977, con una copertina dalla grafica banale e senza alcun accenno iconografico alla band  ma il pezzo si fa notare comunque tra i deejaay di casa nostra per il curioso mix ritmico tra sintetizzatori e percussioni che caratterizza tutto l'andamento del brano. Theophilus Coakley, leader della band, si rivela un mago delle tastiere elettroniche, accompagnato dal fratello Kirkwood al basso e batteria, David Mackey e Monty Brown alle chitarre e il fantastico Anthony "Monk" Flowers alle percussioni, senza dimenticare il produttore-arrangiatore-ingegnere Cory Wade, figura determinante in molte produzioni Disco di quegli anni.
Disco Magic è un buon pezzo, ha la paroletta magica "Disco" nel titolo e segue l'onda dei brani dance strumentali tanto in voga nella metà degli anni '70.
Ma non è il pezzo migliore dell'album.
La scelta di utilizzarlo come lancio della band poteva rivelarsi anche un passo falso, evitato grazie a quel mix sint-percussivo  che ha reso il brano così caratteristico da ritagliarsi un piccolo spazio nella storia della disco-music, fissando al tempo stesso l'immagine dei T-Connection come un gruppo di qualità e innovativo, cosa che sarà ampiamente confermata in seguito con il secondo singolo Do What You Wanna Do, del quale ovviamente tratteremo, ma a tempo debito.
I T-Connection rappresentano una delle migliori espressioni della commistione tra funk-disco, due generi che sono molto più difficili da miscelare di quanto possa sembrare. L'energia e la durezza del funk è ammorbidita dal tappeto percussivo ostinato ma elegante di Tony Flowers e le tastiere oscillano tra fraseggi easy listening ed esplosioni ritmiche delle quali Disco Magic offre solo un assaggio. Musica preziosa per le dancefloor e per le orecchie quella dei T-Connection.

Lato A: Disco Magic
Autori: Cory Wade, Theophilus Coakley
Lato B: Monday Morning
Autori: Theophilus Coakley, Marion Mason
Interpreti: T-Connection
Nr. Cat. XB 2132
Data di uscita italiana: 1977

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domenica 28 agosto 2016

Lou Matera: My Sun is Shining (O' Sole Mio)


E siamo arrivati quasi alla fine del 1976 e il protagonista di questo post di non è certo un brano qualunque, ma una incredibile versione disco di O Sole Mio. Leggenda vuole che Lou Matera fosse un marine degli Stati Uniti di stanza in una base italiana e che avesse una grande passione del canto e la soul music. In quegli anni la disco imperava oramai anche nel nostro Paese e il maestro Joe Mazza alias Gianni Mazza (sì, proprio lui, uno dei protagonisti della trasmissione Quelli della Notte di Renzo Arbore) ebbe l'idea di coinvolgere Lou in questa operazione discografica che di soul ha ben poco oltre al simbolo della collana. 
Eppure il brano, kitsch quanto vogliamo, funzionò bene, anche se più in radio e nelle classifiche di vendita che non nelle discoteche, dove i deejay con un minimo di groove nell'orecchio non potevano non storcere il naso.
Nell'operazione era coinvolto un altro americano d'Italia, il cantante Charles W. Cannon, che tra le varie collaborazioni di quel periodo ne vanta una con il Maestro Piero Umiliani per la colonna sonora di Blue Nude (1977). Il tuttofare Cannon si occupò dei testi in lingua inglese nonché del lato B del singolo di Matera.
Al successo contribuì anche l'apparizione televisiva a Disco Mare, manifestazione canora dove i cantanti si esibivano nelle discoteche più famose delle nostre coste, con gran finale in Sicilia e passaggio in prima serata sul Primo Canale Rai.
My Sun is Shining appartiene a quella manciata di singoli della collana Soul Explosion che sono figli della creatività, chiamiamola così, dei discografici della RCA che, non appena potevano, piazzavano il logo di questa serie sulle copertine, sfruttando la popolarità della musica nera e disco di quegli anni.
L'astro di Matera si spense dopo il secondo singolo, Disco Yodel, che miscelava il tipico canto delle Alpi Svizzere alla Disco, sul quale quantomeno si ebbe il pudore di non apporre il marchio dell'esplosione Soul...

Lato A: My Sun is Shining (O' Sole Mio)
Autori: Alfredo Mazzucchi, Eduardo Di Capua, Giovanni Capurro, Charles W.Cannon
Lato B: P's and Q's
Autore: Charles W. Cannon
Interprete: Lou Matera
Nr. Cat.: RCA TPBO 7025
Data di uscita italiana: 1976

sabato 30 aprile 2016

Betty Wright: Open the Door to Your Heart


Nel 1976 esce il quinto album di Betty Wright, intitolato, guarda caso, ...Explosion!. L'impronta del Miami Sound è ora indelebile, l'artista conserva la sua anima soul e rhythm and blues ma le atmosfere sono più allegre, rilassate, ballabili e spensierate rispetto a molti brani del suo precedente repertorio.
Open the Door to Your Heart è la cover di un classico del soul di Detroit, inciso da Darrell Banks nel 1966, passato alla storia come uno dei brani più celebri del Detroit Sound a non essere pubblicato dalla Motown. 
Nella sua interpretazione Betty Wright propone ancora una volta la sua voce possente ed incisiva su una ritmica disco, il tutto sotto l'occhio attento del produttore Willie Clarke (Miami, Latimore,George McCrae,Timmy Thomas, T-Connection...).
Il singolo venne pubblicato solo in Italia, peraltro con scarso successo, dove nessuno quasi conosceva l'originale. Le atmosfere Northern Soul filtrate in stile disco non fanno breccia nè in radio nè nelle discoteche, nonostante la qualità dell'artista e dei musicisti che l'accompagnano.
Inoltre è il caso di segnalare che per il mercato anglosassone la scelta del singolo cadde su If I Ever Do Wrong, uno dei due brani lenti dell'album, una ballata soul intensa e raffinata, a conferma della diversa strategia di mercato e tradizione che riguardava l'artista rispetto al territorio. D'altra parte Betty Wright non era nuova a questo genere  di situazioni, visto quanto era accaduto con Tonight's the Night, uno dei brani più famosi dell'artista, uscito in Italia solo come lato B di Shoorah! Shoorah!

Lato A: Open the Door to Your Heart
Autori: Bettye Crutcher, Raymond Jackson, Homer Banks
Lato B: Don't Forget to Say I Love You
Autori: Betty Wright, Willie Clarke
Interprete: Betty Wright
Nr. Cat. RCA Victor TPBO 7026
Data di uscita italiana: 1976

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domenica 17 aprile 2016

Faith, Hope & Charity: Life Goes On


Van McCoy (1940-1979) , il direttore d'orchestra e compositore di Washington affermatosi a New York, famoso nel mondo per la sua The Hustle, nel 1976 si dedica con grande impegno alla produzione del quarto album dei Faith, Hope & Charity, la band soul-disco originaria della Florida. L'idea è quella di proporre un album gioioso, brillante che abbandonasse gli accenti funk del primo LP per una coralità orchestrale e ritmica in linea con i tempi e cn l'allegria e la voglia di ballare di quegli anni. Il brano guida dell'album, dal titolo omonimo, è composto dallo stesso Van McCoy e interpretato con grande trasporto dal trio. La partenza è percussiva, trascinante ma il vero mood del brano è il crescendo corale e orchestrale, la vocalità con accenti gospel che celebra la vita e la necessità di godersela, di guardare avanti, e il ballo, la dance, è un complemento fondamentale di questa filosofia. Al progetto partecipano fior di musicisti, tra i quali il batterista Steve Gadd e il tastierista Richatd Tee.
Nel 7 pollici i break percussivi e strumentali sono meno prolungati ed incisivi rispetto alla versione dell'album e del mix, pertanto il singolo risulta molto più sbilanciato verso la melodia, e di fatto meno godibile sia in radio che in pista. Le classifiche non lo premiano, il singolo raggiunge solo la 65esima posizione nella classifica R & B in USA e anche in Italia resta nascosto negli scaffali dei negozi. Eppure, soprattutto grazie alla versione 12", i deejays lo scoprono e lo riscoprono. Il tocco autoriale di Van McCoy lo rende perfetto per i ballerini di hustle, soprattutto in quelle discoteche frequentate dalla emergente borghesia nera negli States, quegli stessi locali che di lì a breve sanciranno il successo di gruppi quali gli Chic e la S.O.S. Band i cui accenti funk e ritmici in quegli anni sono sempre stati più graditi al pubblico rispetto alla commistione tra soul e disco dove la vocalità ha un ruolo determinante.


Lato A: Life Goes On
Lato B: A Time for Celebration
Autore: Van McCoy
Interpreti: Faith, Hope & Charity
Nr. Cat. RCA Victor TPBO 7029
Data di uscita italiana: 1976

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domenica 10 aprile 2016

Vicki Sue Robinson: Never Gonna Let You Go


Vicki Sue Robinson, artista poliedrica come abbiamo già raccontato nel post dedicato a Turn the Beat Around, è una delle protagoniste assolute della serie Soul Explosion. Questo altro singolo (...ne seguiranno ancora) è un perfetto connubio di disco orchestrale, ritmo e melodia con la voce di Vicki in primissimo piano a dare una qualità superiore all'insieme. 
Il pezzo, a ben vedere più orecchiabile del frenetico e percussivo Turn the Beat Around, è diventato un piccolo classico anche se nelle classifiche disco si fermò al 4° posto senza bissare il primato dell'altro brano di punta dell'album.
La produzione è raffinata, con musicisti di prim'ordine tra cui il batterista Jimmy Young, il percussionista Ray Armando (ascoltatelo qui) e il sax tenore di George Young che esplode nella versione strumentale del lato B. La cantante si impone ancora una volta come una delle regine bianche del soul anche se in Italia non riceve un'accoglienza adeguata, frutto peraltro di una altrettanto inadeguata promozione dell'artista. Da noi i suoi brani restano un prodotto da intenditori, da appassionati del settore e non raggiungono i vertici di altre colleghe dell'epoca come Gloria Gaynor o Donna Summer. 
La stessa copertina nazionale del singolo ha una veste puramente grafica, senza concedere nulla all'immagine dell'artista. In altri paesi europei (ad esempio Francia, Germania e Olanda) il singolo non presenta la versione strumentale ma è abbinato al brano Daylight, scritto da Bobby Womack, un titolo che sarà invece protagonista di un altro 45 giri della nostra Soul Explosion... ne riparleremo a breve.


Lato A: Never Gonna Let You Go
Lato B: Never Gonna Let You Go (instr.)
Autore: Warren Schatz
Interprete: Vicki Sue Robinson
Nr. di cat.: RCA PB 10435
Data di uscita italiana: 1976

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domenica 13 marzo 2016

Dorothy Moore: Misty Blue


Nel 1966 il compositore Bob Montgomery aveva pronto un pezzo per la cantante Brenda Lee ma, non senza un leggero disappunto da parte dell'autore, la cantante rifiutò il pezzo che finì per essere inciso dalla voce country di Wilma Burgess.
A conferma del fatto che il brano aveva un potenziale trasversale accadde che, dopo circa un mese, una versione di Eddy Arnold entrò sia nelle classifiche Country & Western che in quelle Pop. Passano sei anni e Joe Simon ne propone una versione R & B e Dorothy Moore, nel 1973, ne incide presso la casa di produzione Malaco la sua interpretazione soul blues al femminile che, sfortunamente, rimane negli archivi senza che nessuna etichetta ne acquisti i diritti.
Passano altri due anni e la Malaco, che non se la passava tanto bene, decide di investire le ultime risorse finanziarie per stampare in proprio il disco con la nuova etichetta Malaco Records. E qui entra in gioco l'onnipresente Henry Stone che lancia e promuove il brano in tutti gli States. E' così che, a tre anni dalla sua registrazione, Misty Blue esplode prima negli USA con il secondo posto nella classifica R & B e il terzo assoluto nella top 100 di Billboard e poi inizia a scalare le classifiche di mezzo mondo: Inghilterra, Canada, Brasile, Sud Africa e Germania grazie anche alla grossa fetta di acquirenti che proveniva dalle basi Nato tedesche il cui personale di colore ha spesso contribuito ai buoni risultati di vendita e alla diffusione della black music in Europa, 
La Moore, originaria di Jackson nello stato del Mississipi, realizza una versione calda, sensuale con atmosfere tra soul, blues e gospel di grande raffinatezza, in grado di catturare ogni tipo di ascoltatore, dal meno esigente al più smaliziato conoscitore della black music.
Come per altri titoli della serie, anche stavolta in Italia il successo è relativo. Oramai il logo Soul Explosion era indissolubilmente legato alla musica da ballo e trovarsi di fronte a un lentaccio da mattonella finiva per tradire le aspettative di chi chiedeva al gestore dei negozi di dischi di poter ascoltare le novità della serie da poter ballare alla prossima festa. Oggi si calcola che esistano più di 200 versioni di questo pezzo ma la Misty Blue di Dorothy resta la più famosa e la più intensa, tant'è che, nonostante i venti album incisi, resterà per lei il più grande successo dell'artista, nonché una vera perla della serie Soul Explosion.

Lato A: Misty Blue
Autore: Bob Montgomery
Lato B: Here It Is
Autore: King Floyd III
Interprete: Dorothy Moore
Nr. Cat. RCA XB 01012
Data di uscita italiana: 1976

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sabato 12 marzo 2016

Eddie Drennon & B.B.S. Unlimited: Let's Do the Latin Hustle


Edward Allen Drennen, meglio noto come Eddie Drennon, nasce nello stato del New Jersey nel 1940 e poco meno che ventenne si rivela un ottimo violinista che perfezionerà i suoi studi musicali alla Howard University di Washington. La passione per la musica latina lo porta a lavorare nella città dei suoi studi per le orchestre di Pupi Legarreta e Lou Perez. E fu proprio Perez, grande flautista e pioniere della Charanga, a consigliargli di stabilirsi a New York a metà degli anni 60, dove il mercato musicale era molto più florido. Drennon finì per lavorare con un maestro del blues e rhythm and blues il chitarrista Bo Diddley e altri grandi della musica nera come Ike e Tina Turner. La miscela di latin sound e black music era ormai il carburante della della crescita professionale di Eddie e nel 1975 arriva la grande occasione quando il produttore e proprietario dell'etichetta Friends & Co., Joe Bana, offre l'opportunità a Eddie di pubblicare il suo primo singolo. 
La disco si stava affermando, Van McCoy stava facendo ballare l'Hustle a mezzo mondo e Eddie Drennon lanciò il suo brano dedicato a questa danza, Let's Do the Latin Hustle, che divenne un immediato successo, e non solo nelle discoteche. Entra nella top 40 della classifica R & B di Billboard, nella top 5 della classifica dance, e sorprendentemete, a marzo del 1976, nella top 20 delle vendite in Inghilterra.
Il brano è un perfetto esempio di disco orchestrale, con riff si archi, flauto e cori al punto giusto, il tutto sostenuto da basso e percussioni in evidenza. 
In Italia le cose andarono meno bene, nonostante il tentativo dei discografici di seguire l'onda delle sexy copertine. Il sound latin-funk della band, molto "nuyorican", si rivelò di minor presa tra il pubblico nostrano, ancora non pronto per tutte le derivazioni e sfumature della disco (lo sarebbe stato di lì a un anno con l'uscita del film La Febbre del Sabato Sera), mentre ebbe un discreto riscontro radiofonico. 

Lato A: Let's Do the Latin Hustle
Lato B: Get Down Do the Latin Hustle
Autore: Eddie Drennon
Nr. Cat. RCA TPBO 7021
Data di uscita italiana: 1976

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venerdì 11 marzo 2016

George & Gwen McCrae: Let's Dance, Dance, Dance


Questioni di famiglia. George e Gwen McCrae, marito e moglie dal 1963, dopo solo una settimana di fidanzamento, sono state due stelle dell'universo soul del produttore Henry Stone. Nel 1975, quando entrambi i partners erano all'apice della popolarità, era quasi una scelta obbligata lanciare un album che li vedesse protagonisti insieme e, non a caso, intitolato Together. 
Il brano pilota dell'album per il mercato italiano, Let's Dance, Dance, Dance, è un uptempo in pieno stile Miami Soul con in più tutti gli elementi tipici della disco, dagli archi ai fraseggi di flauto e un gioco di voci a due sin troppo telefonato.
Il tutto, a ben vedere, pecca di originalità e, alla fine sia il singolo che l'album si rivelano un flop che genera quasi uno stop alle carriere dei due. Il singolo ricorda a volte la più famosa Shame, Shame, Shame e cita testualmente la celebre That's the Way (I like It) e finisce presto nel dimenticatoio. La produzione di Clarence Reid, non ha stavolta l'usuale appeal del Miami Sound di quegli anni e rende sin troppo evidente che siamo di fronte più ad un'operazione di mercato che a un prodotto onestamente vitale e divertente come gli altri brani che i due artisti hanno inciso singolarmente. Le classifiche restano quasi un miraggio, l'album ha molte più tracce romantiche che finiscono per deludere i fan della disco che si aspettavano dalla coppia una sinergia che non c'è stata. E non solo, di lì a qualche mese anche il matrimonio tra i due finirà a carte e quarantotto...

Lato A: Let's Dance, Dance, Dance
Autori: George McCrae, Gwen McCrae, Juan Ramon Martinez, Steve Alaimo
Lato B: I'll Do the Rockin'
Autore: Clarence Reid
Nr. cat. RCA TPBO 7018
Data di uscita italiana: 1976

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venerdì 4 marzo 2016

The Brothers: Voce Abousou


Verso la fine del 1976 arriva il secondo album dei Brothers intitolato Don’t Stop Now il cui traino è il secondo singolo della band uscito per la serie Soul Explosion, dopo il primo exploit in pieno stile disco di Are You Ready for This
La scelta cade, in maniera originale e sorprendente, su un arrangiamento disco-soul di uno dei classici della musica brasiliana, Voce Abousou, scritto e interpretato nel 1971 da Antonio Carlos & Jocafi e ripreso da tutti i numeri uno della musica latina, da Celia Cruz a Sergio Mendes, da Daniela Mercury, da Toquinho a Vinicius De Moraes e l’elenco potrebbe andare avanti a lungo. Il brano è forse il meno "disco" di tutto l'album, certamente lo è meno del lato B Brothers Theme che in alcuni paesi avrà vita propria come singolo e discomix.
Come per il primo album, anche qui dietro la band ci sono i nomi del produttore Warren Schatz e il direttore d’orchestra e pianista Bhen Lanzaroni e fior di professionisti, session men di lusso di provenienza jazz e blues quali il chitarrista Bob Rose, il percussionista Carlos Martin, il vibrafonista George Devens, i batteristi jimmy Young e Roy Markovitz, i chitarristi Scott Fagan e Richard "Dick" Frank, il bassista Smart Woods. Senza troppo clamore, anche vergognandosi un po', molti jazzmen e bluesmen divennero alla fine degli Anni 70 degli stakanovisti degli studi di registrazione, partecipando a moplte incisioni destinate a scalare rapidamente le classifiche dance e di vendita, alternando i loro impegni nei club fumosi dove venivano ingaggiati per pochi dollari, ma dove potevano suonare la loro musica in  pubblico senza paura delle critiche. The Brothers, anche nel nome, volevano essere una risposta newyorkese ai M.F.S.B. ovvero i Mother, Father, Sisters and Brothers di Filadelfia, band orchestrale il cui hit più famoso è stato T.S.O.P. (The Sound of Philadelphia) ma. nonostante la qualità del loro sound, i "Fratelli" non raggiunsero mai la notorietà dei colleghi dell'East Coast e Voce Abousou non ebbe seguito, diventando di fatto l'ultimo singolo della band.

Lato A: Voce Abousou (Vo-Say Ah-Bu-So)
Autori: Antonio Carlos & Jocafi
Lato B: Brothers Theme
Autori: Bhen Lanzaroni e Warren Schatz
Interpreti: The Brothers
Nr. Cat. RCA PB 106131
Data di uscita italiana: 1976

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giovedì 3 marzo 2016

Jimmy "Bo" Horne: It's Your Sweet Love


Bissare il successo della realmente esplosiva Gimme Some non era cosa facile e, difatti, il secondo singolo di Jimmy "Bo" Horne pubblicato in Italia non raggiunge le vendite del precedente. Il brano, scritto anche questo dalla premiata ditta Casey & Finch, è un buon uptempo, con echi caraibici e di rhythm & blues, musicalmente anche più ricco di Gimme Some e, forse proprio per questo, meno orecchiabile. Il singolo ha una storia controversa, esce come lato A solo per il mercato europeo e in pochi paesi (Italia, Inghilterra, Francia, Spagna) e nelle discografie Usa non è pertanto presente, mentre finisce come lato B in altri due singoli successivi dell'artista (Get Happy, del quale riparleremo...e Dance Across the Floor). 
In Italia resta lontano dalle classifiche, nelle discoteche nostrane viene quasi ignorato e cannibalizzato dall'enorme e duraturo successo del singolo precedente.
Eppure It's Your Sweet Love è un brano con forte personalità, mostra le qualità dell'interprete della Florida, che si conferma un artista di razza e non solo una meteora da discoteca. "Bo" Horne negli anni sfornerà brani memorabili per il dancefloor (vi dicono nulla Spank e Is It In?) e questo, sottovalutato, singolo diverrà anche la base, nel 1989, di un brano hip hop di grande successo quale Ya Bad Chubbs di Chubb Rock.

Lato A: It's Your Sweet Love
Autori: Harry Wayne Casey, Richard Finch
Lato B: Don't Worry About It
Autori: Clarence Reid, Harry Wayne Casey, Jimmy "Bo" Horne
Nr. Cat. RCA XB 02137
Data di uscita italiana: 1976

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domenica 21 febbraio 2016

Freeman-Nehls & The Other Brothers: Boom Bam Bump


Il "Bump", ballo che prevede un colpo d'anca tra i partner ad ogni battuta, nasce all'inizio degli anni 70 ed esplode tra il 75 ed il 76, quando decine di brani includono il passo di danza nel titolo. Alcuni diventano hit da classifica come Lady Bump di Penny McLean o Baby Do You Wanna Bump dei Boney M, giusto per citarne un paio, e altri restano in seconda linea, più o meno ignoti al grande pubblico, finendo per circolare più tra le consolle dei deejay che nei negozi. E'questo il caso di Boom Bam Bump, prodotto da una vecchia volpe dell'industria musicale, Jeff  Barry, anche coautore del pezzo insieme a Fred Freeman e Harry Nehls. Il nome di Barry è dietro a successi mondiali come "Da Doo Ron Ron" delle Crystals, River Deep Mountain High di Ike e Tina Turner, Sugar Sugar degli Archies. 
Il brano dedicato al Bump è divertente, allegro e con spunti funky che ne accrescono la qualità. In Italia esce a giugno del 1976, quasi un anno dopo l'uscita americana, spinto dalla crescente moda della nuova danza, e non a caso il singolo esce anche in Francia con lo strillo in copertina "Dance the Bump with... Boom Bam Bump!".
A distanza di anni questo 45 giri resta un oggetto misterioso. Niente video su YouTube, nessuna riedizione in CD, ma nel 2013 appare disponibile per il download nell'album "Out of My Window" a nome della fantomatica sigla M.L.V., ma la versione è quella originale...

Lato A: Boom Bam Bump
Autori: Fred Freeman, Harry Nehls, Jeff Barry
Lato B: Just As Long As You'll Be There
Autori: Fred Freeman, Harry Nehls
Interpreti: Freeman, Nehls & The Other Brothers
Nr. Cat. RCA PB 10135
Data di uscita italiana: giugno 1976

venerdì 19 febbraio 2016

Foxy: Get Off Your Aahh! And Dance


Ish Ledesma, Arnold Paseiro, Charlie Murciano, Joe Galdo e Richie Puente. Quattro su cinque emigrati da Cuba a Miami, uno, il percussionista Richie Puente, era figlio del grande bandleader Tito Puente. I Foxy iniziano la loro carriera sotto l'egida del discografico Henry Stone, patron dell'etichetta T.K. e di molte altre label sussidiarie. Il chitarrista Ish Ledesma suona nel 1975 per il singolo Rockin' Chair di Gwen McCrae e qualche mese dopo convince Stone a pubblicare il primo album della sua band, intitolato semplicemente "Foxy". Il primo singolo People Fall in Love While Dancing ha un successo locale nella zona di Miami e nel resto della Florida, ma il secondo estratto "Get Off Your Aah! And Dance" mescola con grande intuito latin style, disco europea e funk con un risultato eccellente, ed è apprezzatissimo nelle discoteche USA dove raggiunge il secondo posto nelle classifiche dance e il 39esimo nella classifica R & B di Billboard.
L'intro percussiva con sapienti break caratterizza subito il brano come innovativo nel suo genere, arricchito da un sapiente uso degli archi, del flauto e dei fiati in sovrapposizione, tutti elementi che diverranno marchio di fabbrica di molte produzioni disco negli anni a seguire. 
Il brano, diviso in due parti nel singolo, supera nel lato A i 4 minuti, anche questo segno di grande sensibilità verso il dancefloor. In Italia il brano non va granché, forse perché troppo in anticipo con i tempi e scarsamente considerato dai deejay radiofonici (e inoltre con un titolo "anticonvenzionale" e di presa non immediata), ma la band verrà poi scoperta anche da noi qualche anno dopo, nel 1978, con Get Off, il loro brano più famoso. 
I Foxy sono stati un riferimento per le produzioni discografiche di Henry Stone, al punto da sostituire la K.C. & The Sunshine Band nel ruolo di "House Band" della casa discografica T.K., dopo che il gruppo di Casey & Finch aveva preso il volo grazie a continui successi e impegni internazionali.

Lato A: Get Off Your Aahh! And Dance (pt. 1)
Lato B: Get Off Your Aahh! And Dance (pt. 2)
Autori: Ish Ledesma, Arnold Paseiro, Ray Martinez, Steve Alaimo
Interpreti:Foxy
Nr. cat. RCA XB 02089
Data di uscita italiana: 1976

Clicca e ascolta su YouTube "Get Off Yor Aahh! And Dance"



giovedì 18 febbraio 2016

Jackie Moore: Disco Body


Jackie Moore, classe 1946, grande interprete di Rhythm and Blues in attività dal 1968 ma con soli quattro album all'attivo, si fregia nel 1976 di un particolare primato: la prima canzone della serie Soul Explosion con la parola "Disco" nel titolo, ad indicare, stavolta in maniera che potremmo definire "ufficiale", che il ballo, la disco-dance è oramai la vera natura della serie, che dal soul al massimo trae ispirazione. Jackie Moore ha una voce potente, grintosa ed armonica e, in realtà, la traccia è molto più funk che "disco", a dispetto del titolo che, completo di sottotitolo suona Disco Body (Shake to the East, Shake to the West).  
Il brano meritava certamente miglior fortuna, ha un groove trascinante, da riscoprire, ma chi leggendo il titolo si aspettava cassa profonda in 4/4, coretti, handclapping e charleston in levare avrà certamente provato una delusione, anche se breve visti i 2 minuti e 46" di durata. E' una produzione (di Clarence Reid, anche autore)  più underground rispetto, ad esempio, ai magici connubi tra pop rock e musica nera di Casey e Finch e così le classifiche restano lontane.
Reid, scomparso a gennaio del 2016, ha lavorato con molti protagonisti della black music ma la popolarità la raggiunse con lo pseudonimo di Blowfly, parodiando con linguaggio esplicito, se non scurrile e oltraggioso gli hit disco e funk.
L'anima disco di Jackie Moore esploderà qualche anno dopo, nel 1979, con il brano This Time Baby, n. 1 delle classifiche dance USA. Disco Body ottene invece un successo appena discreto: entra a malapena nella Top 40 R & B americana, mentre in Europa è praticamente, e un pò ingiustamente, ignorato.

Lato A: Disco Body
Autore:Clarence Reid
Lato B: Tired of Hiding
Autori: Billy Clements, Philip Mitchell
Interprete: Jackie Moore
Nr. Cat. RCA XB 9008
Data di uscita italiana:1976

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venerdì 12 febbraio 2016

George McCrae: Sing a Happy Song




Il titolo è da motivetto allegro, da canticchiare e ballicchiare, e tale è questo ulteriore singolo di George McCrae dal testo di una semplicità quasi disarmante: "Brothers and Sisters sing a happy song ... Brothers and sisters ooh come on". Negli USA lo snobbano, in Italia si affaccia timidamente nella top 50 conquistando il 47° posto in classifica, va meglio in Germania dove tocca il n. 13 della graduatoria. 
Il brano è deboluccio, qua e là si apprezza l'intervento dei fiati, ma è molto, sin troppo, orecchiabile e ha una durata imbarazzante, due minuti e due secondi, soprattutto se la confrontiamo con il crescente desiderio di brani extended nelle discoteche. Eppure cattura, è in pratica un ritornello ripetuto dall'inizio alla fine del brano con un qualcosa di ipnotico che nasconde la debolezza della struttura musicale. E poi McCrae è una istituzione della Soul Explosion, non solo per il sound pop-funky-soul che lo caratterizza e la produzione della KC and the Sunshine Band, ma anche per il suo iconico look, kitsch ed esagerato quanto si vuole, ben rappresentato in questa copertina, e segno di un'epoca.


Lato A: Sing a Happy Song
Lato B: I Need Somebody Like You
Autori.: Harry Wayne Casey & Richard Finch
Interprete: George McCrae
Nr. Cat.: RCA XB 02024
Data di uscita italiana: Marzo 1975

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